Parma, 24 ottobre 2019 – Da oggi Claudio Magris è Dottore magistrale in Giurisprudenza. Il titolo gli è stato conferito questa mattina all’Università di Parma, in un’Aula magna in cui sono arrivati anche tanti lettori delle opere del docente, critico, romanziere e traduttore triestino, tra i nomi più illustri della cultura italiana contemporanea.Non una laurea ad honorem in Lettere, però, bensì in Giurisprudenza: con una scelta solo apparentemente singolare, poiché vuole testimoniare come l’attenta lettura delle dinamiche sociali compiuta da Magris nei libri, nei saggi, negli articoli abbia saputo mettere in evidenza gli effetti del diritto nell’esistenza collettiva, insistendo sempre molto sul tema delle “culture in movimento” e della cultura come somma e intreccio di culture diverse.«Questa Laurea ad Honorem celebra una delle figure di maggiore prestigio nel nostro panorama culturale. Docente, critico, romanziere, traduttore, Claudio Magris è un intellettuale “a tutto tondo” capace di conciliare le sue doti di studioso, in particolare della cultura mitteleuropea, con un’intensa e feconda attività letteraria, che gli ha consentito di affermarsi come uno dei più importanti saggisti ma anche come uno dei più celebrati narratori del nostro tempo», ha detto il Rettore Paolo Andrei nella sua introduzione, sottolineando tra le altre cose, a proposito della laurea in Giurisprudenza, che Magris «ci ricorda anche l’importanza della solidità e della centralità del diritto nella vita sociale a partire dalla più importante e autorevole delle fonti, ossia la Costituzione, a cui nei suoi scritti fa rinvio come a un sicuro presidio contro ogni pericolo di smarrimento».«Mai come oggi è difficile per me esprimere gratitudine. Questo conferimento è un incredibile onore, che mai avrei immaginato di ricevere», ha detto Claudio Magris, che ha sottolineato «la schiettezza e la verità» dell’incontro con l’Università di Parma.«Sembra incredibile che si trovi questa generosa attenzione verso qualcun altro: questo è per me un grande regalo, come il conferimento della laurea in cui si è tradotto. E sono particolarmente colpito perché posso dire che questa passione in me, questo interesse, questo senso dell’importanza del diritto nella vita possono giustificare il riconoscimento di oggi più che i modestissimi risultati che ho raggiunto”, ha commentato, rimarcando la grande attenzione nei confronti del rapporto tra diritto e letteratura, in un excursus («non una lectio ma un tentativo di dire grazie: è l’unica cosa che posso fare») che ha toccato grandi opere e grandi autori, da Cervantes a Kafka.A Giovanni Bonilini, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali, il compito di leggere la motivazione del conferimento: «Costituisce – ha spiegato - un merito notevole e lodevole, e perciò da onorare, la capacità di Claudio Magris di rivolgere, con la sua attività letteraria, un monito costante alla scienza giuridica per rammentarne l’importanza e il valore, ma anche la seria responsabilità e il considerevole peso, nell’edificazione del benessere dell’intera comunità umana: in sintesi, Claudio Magris opportunamente sottolinea, oramai da mezzo secolo, la necessità di una giurisprudenza giusta ed equilibrata (ars boni et aequi) come premessa indispensabile per il raggiungimento di quella vera consonantia armonica tra gli uomini, che dovrebbe sempre essere l’obiettivo primario di tutto il diritto».È stato invece Andrea Errera, docente di Storia del diritto medioevale e moderno, a pronunciare la laudatio. «Magris ci rammenta con lucidità e fermezza che per il diritto non si è immolata solo Antigone, ossia un personaggio letterario, ma hanno trovato il loro martirio anche molti giuristi del passato e del presente. In altre parole, Magris ci dice che i giuristi, quando sono veri giuristi e non modesti legulei, sono così consapevoli e fieri del loro ruolo nella società e nella storia da sfoggiare un eroismo non certamente minore di quello di Antigone per consentire la sopravvivenza e il trionfo della giustizia tramite il diritto», ha commentato Andrea Errera, che ha così concluso: «Claudio Magris ha con assoluto rigore e con mirabile costanza rimarcato in tutte le sue opere la necessità di una giurisprudenza colta, coraggiosa e sensibile ai valori profondi e irrinunciabili della dignità umana, giacché ha opportunamente e con forza messo in luce che solo un diritto che sia intrinsecamente giusto può veramente consentire lo sviluppo di una società pacifica, prospera e pienamente armoniosa».