Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Esperienze raccontate da alcuni studenti, del Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali, che sono stati in mobilità internazionale (Erasmus + /Overworld):

Bruxelles: il cuore pulsante d’Europa

Bruxelles

Giovane, viva, multiculturale, frizzante, libera. Sono gli aggettivi che mi vengono in mente pensando a Bruxelles. Riuscite ad immaginare la fortuna di entrare in stretto contatto con la maggior parte delle culture europee per circa sei mesi? Questa è la forza del programma Erasmus, che si intensifica inaspettatamente se la meta è Bruxelles: il cuore d’Europa.

Cuore d’Europa per la presenza delle istituzioni Europee e per la centralità geografica: poche ore di distanza la separano da Parigi, meno ancora da Amsterdam, e, per i più intraprendenti, solo un treno e si è a Londra. E se rimani in città? La scopri. Una vibrante anima internazionale dove le culture più diverse si confrontano quotidianamente.

Ma l’Erasmus è davvero una perdita di tempo? Decisamente no. Lo diventa se lo si vuole far diventare, come qualsiasi altra cosa nella vita. Se siete veramente motivati, quindi, non abbiate alcuna paura: gli esami li darete con la stessa diligenza che avreste ovunque.

A Bruxelles è importante la conoscenza dell’inglese, che rende fluida la partecipazione in classe ed è alla base dell’interazione con chiunque. Più forte è quella base, minori saranno le difficoltà e, perché no, magari si potrà anche imparare una nuova lingua. Bruxelles è francofona, ma per i più coraggiosi in università si parla il fiammingo!

 

Tutto è nuovo: città, lingua, amici, università. L’esperienza diventa tanto più intensa quanto più è alta la voglia di mettersi in gioco. Dalle procedure pre-partenza ai primi giorni alla scoperta della città, ogni cosa è dinamica e coinvolgente. Dopo le prime settimane di adattamento con le normali difficoltà, ci si comincia ad abituare a questa nuova, stimolante, realtà; e, sorprendentemente, anche studiare diventa intrigante. Ricaricati dai fine settimana passati a visitare le maggiori città europee o dalle centinaia di conoscenze fatte, le ore di studio, a casa o in un caffè, sono quasi piacevoli.

 

La bellezza della condivisione poi è qualcosa di unico. Centinaia di ragazzi provenienti da Paesi diversi, in un ambiente universitario in cui proprio lo studente è il fulcro, valorizzato in ogni sua dimensione.

E al di fuori dall’Università? Anche gli imprevisti possono portare a un arricchimento.

Nel mio caso, 18 splendidi coinquilini con cui condividere la propria cultura e una casa tipicamente fiamminga: norvegesi, francesi, spagnoli, tedeschi, italiani, olandesi, siriani. Cene, feste, risate, ricordi indelebili.

Alcuni di loro studenti, altri già nel mondo del lavoro. Tutti a sottolineare l’importanza di un’esperienza del genere e quanto sia richiesta in ambito lavorativo.

 

Perché? Perché insegna ad approcciarsi in un nuovo modo a una materia che si studia da anni e a confrontarsi con ordinamenti stranieri. E, più profondamente, a superare le barriere per scoprirsi simili, a utilizzare una lingua come strumento per abbatterle, a capire il diverso e accettarlo nella sua unicità, e, in questo modo, abbracciare a pieno la propria.

Adelaide Condemi

Erasmus + presso Università di Utrecht (Paesi Bassi)

Erasmus Moglia

«Your time is limited, so don’t waste it living someone else’s life […] Have the courage to follow your heart and intuition. They somehow already know what you truly want to become».

Queste parole sono state pronunciate da Steve Jobs presso l’università di Standford nel 2005 e credo che racchiudano l’essenza stessa del programma Erasmus +. All’inizio dell’anno accademico 2021/2022 ho preso la decisione di trascorrere qualche mese della mia vita all’estero, un’esperienza che da sempre ho sognato e, fortunatamente, sono riuscito a realizzare. Affascinato dal clima, non solo meteorologico, ma anche, e soprattutto, socio-culturale dei paesi del nord Europa, ho avuto la possibilità di frequentare la prestigiosa università di Utrecht, nei Paesi Bassi, per cinque mesi. La cittadina universitaria si è mostrata fin da subito estremamente accogliente, particolarmente dinamica, ricca di opportunità e vissuta da tanti giovani ragazzi e ragazze affascinati da questa nuova esperienza come me.

Durante il mio soggiorno a Utrecht presso la facoltà di giurisprudenza ho sostenuto tre esami in lingua inglese (Introduction to Criminology for law students, Introduction to Dutch law, Comparative constitutional law), che hanno contribuito a migliorare notevolmente le mie capacità linguistiche e a sperimentare nuove e differenti modalità di apprendimento rispetto a quelle a cui ero abituato. L’università di Utrecht sposa un metodo di insegnamento molto dinamico e interattivo, che favorisce principalmente gli interventi degli studenti, molto spesso suddivisi in gruppi ristretti, per una discussione condivisa relativa agli argomenti all’ordine del giorno: dal ruolo dei media nella diffusione di notizie al mondo intero, alla storia ed alla cultura dei Paesi Bassi, fino alla comparazione dei profili costituzionali degli Stati europei e non solo.

La possibilità di frequentare corsi in lingua inglese, di sostenere i rispettivi esami e di dialogare con studenti provenienti da tutto il mondo (a titolo di esempio, diversi erano i ragazzi tedeschi, americani, inglesi, spagnoli, francesi, australiani, cinesi, sudafricani, etc..), così come la fortuna di abitare all’estero, hanno favorito non solo una notevole crescita delle mie competenze linguistiche, ma anche un’apertura mentale verso realtà differenti da quelle per me quotidiane, apprezzandone molto spesso le differenze, e la conoscenza di altre persone, grande valore aggiunto dell’esperienza Erasmus +. Infatti, anche la vita extrauniversitaria è particolarmente viva e tantissime sono le opportunità di condividere la propria esperienza insieme anche ad altri studenti.

Infine, Utrecht si trova in una posizione strategica al centro dei Paesi Bassi e sono facilmente raggiungibili tutte le altre città della nazione e non solo: dunque, ho avuto l’opportunità di visitare Amsterdam, Rotterdam, L’Aia, l’isola di Marken e anche Copenaghen e Malmö.

In definitiva, consiglio a tutti coloro che abbiano il desiderio di studiare una lingua straniera, oppure di migliorare le proprie conoscenze, e la volontà di “mettersi in gioco” di viaggiare, studiare e sfruttare le entusiasmanti opportunità del programma Erasmus +, messe a disposizione dalla nostra università di Parma.

«Forse il segreto è non tenere i sogni nel cassetto. Bisogna usarli. Bisogna osarli» - Renzo Piano.

Francesco Maria Moglia

 

Testimonianza Doppio titolo in Brasile: Elisabetta Gherri e Sevil Chetulyan

studentesse doppio titolo

Come tutto ha avuto inizio? È ancora vivo il ricordo di qualche anno fa, ben tre a memoria, quando, durante una lezione di Istituzioni di Diritto Romano, ci misero in contatto con due ragazze che si trovavano in Brasile in quel momento; ci parlavano da una cameretta scura, raccontando del programma al quale stavano prendendo parte: un Overworld che consente il conseguimento di una doppia titolazione (Double Degree), rivolto agli studenti iscritti al Corso di Giurisprudenza. Viene offerta la possibilità di frequentare il terzo anno di corso presso l’Università PUCRS, a Porto Alegre, in Brasile.

Una proposta interessante, ma, certo, un problema c’era: tre anni fa eravamo due giovani ragazzine che si affacciavano agli studi universitari, appena sgusciate dalla tanto confortevole realtà liceale. Le remore sono scontate quanto naturali. Da sole? Tanto giovani! E non in un posto qualsiasi… dall’altra parte del mondo! Nell’America Latina! E la lingua… probabilmente non sono in tanti a conoscere il portoghese tra gli iscritti al nostro corso, e sicuramente non eravamo tra quelli.

Ma l’entusiasmo (o l’inconsapevolezza, forse) era troppo. L’Università apre un nuovo mondo, stimoli inaspettati, e noi eravamo pronte a respirare quest’aria di novità. Non pensammo nemmeno troppo: non saremo mai selezionate, ci dicevamo, vale la pena di tentare! Una doppia laurea… sicuramente un’opportunità imperdibile, ma saranno in troppi a bussare a quella porta.

E invece, da questa scommessa ebbe inizio il più importante percorso e il più grande traguardo che fino ad ora possiamo dire di aver raggiunto.

Superata la selezione, attraversata l’intricata selva oscura della burocrazia, tra Application Form, Language Placement Test, Learning Agreement, Visti etc..., finalmente a fine Luglio 2019 spiccammo il volo.

Una volta atterrate all’aeroporto di Porto Alegre, ad accoglierci trovammo il nostro “Amigo” universitario, un collega scelto tra studenti che si offrono come volontari per aiutare gli studenti in interscambio, ad esempio ricevendoli in aeroporto e accompagnandoli nelle strutture dove alloggeranno, a fare la prima spesa, alla Policìa Federal per registrare l’ingresso e l’indirizzo di residenza etc...

Un primo assaggio dell’organizzazione invidiabile della PUCRS, e della calorosa accoglienza che ci sarebbe stata sempre riservata, nonché un prezioso aiuto per chi si trova a scatenare dieci commessi anche solo per l’acquisto di una piastra per capelli, senza nemmeno sapere il perché (sì, successe anche questo…).

Ma il sollievo più grande furono i volti sorridenti e comprensivi che ci accolsero allo studentato; la paura, l’angoscia scomparvero in un momento. Non ci capivamo ancora, ma quegli scambi dicevano molto più di quanto avrebbero consentito lunghi discorsi: per quanto fossimo diversi, per quanto provenissimo dagli angoli più remoti del globo, c’era qualcosa che ci univa. Colombiani, messicani, svedesi, tedeschi, francesi, un piccolo mondo era riunito in quelle sale. Idee differenti, forme mentis alternative, ma, in fondo, avevamo tutti gli stessi timori e le stesse esigenze. Forse, i legami con gli altri studenti stranieri sono tra quelli più saldi e profondi che abbiamo instaurato, del resto, ‘eravamo sulla stessa barca’.

 Da qui, qualche giorno e si cominciò a partire tutti insieme dallo studentato per andare in Università, e così per il resto dei giorni a venire: piccoli gruppi di studenti in intercambio che si dirigono tutte le mattine a lezione.

La PUCRS è fantastica, un vero e proprio campus. Al suo interno oltre alle strutture modernissime dove si tengono le lezioni, suddivise per dipartimenti, e la più grande biblioteca dello Stato di Rio Grande Do Sul, vi sono bar, ristoranti, mense, aree verdi, negozi di gadget, sale di meditazione, palestre e strutture alternative. È immensa, tutta da esplorare...

Le lezioni, in generale, sono a frequenza obbligatoria e hanno un’impronta molto spesso pratica. Sono previsti nel programma anche tirocini curricolari, che consistono in lezioni svolte da Professori dell’Università, nonché Avvocati, durante le quali si impara ad impostare correttamente ed a redigere atti giuridici, quasi come fosse un corso di scrittura legale. Gli studenti sono sempre invitati a partecipare in modo attivo, ma senza forzature. Ogni contributo utile è considerato un’opportunità di apprendimento comune, il resto non vale la perdita di tempo di un giudizio affrettato. In ogni momento ci siamo sentite supportate e sostenute, professori e colleghi (compagni verrebbe da dire) sono stati al nostro fianco ad ogni successo, e hanno gioito come fosse il loro. L’opportunità di uno scambio culturale era percepita e valorizzata da tutti: non siamo mai state estranee per loro, ma amiche appena tornate da un lungo viaggio, alle quali si sentivano di chiedere che cosa avessero visto, se valesse la pena di adattare quella diversità alla loro realtà.

L'anno è composto da due semestri, divisi da un periodo di pausa/vacanze di circa tre mesi (tra dicembre e marzo), durante il quale abbiamo sfruttato l’occasione per viaggiare alla scoperta del Brasile e conoscere, tra le altre cose, il Carnevale Brasiliano, San Paolo, Rio de Janeiro, Florianopolis, Espírito Santo, Salvador, Fortaleza, Jericoacoara...

Senza voler esagerare, forse il Brasile è davvero uno dei paesi che fornisce maggiori stimoli, tanto a livello professionale quanto culturale. Considerando gli importanti fenomeni migratori del passato, ad oggi il Brasile vive e respira un clima di multiculturalità, tradizioni agricole, sportive si avvicinano quasi a dei rituali, confluiscono filosofie e religioni da tutto il mondo. La modernità si confonde con l’ancestrale, a volte sembra davvero che nelle trame della realtà si celi la magia.

Questa cultura del confronto, dell’aggregazione, non può che portare all’apertura verso soluzioni del tutto innovative, in ogni ambito: basti pensare alla pratica delle costellazioni familiari in ambito giurisdizionale. Le stesse differenze, a volte importanti, tra i nostri ordinamenti, sono state fonti di riflessione dal valore incommensurabile: non dimenticheremo mai la seduta del tribunale del Júri alla quale abbiamo assistito.

Per concludere il nostro racconto, siamo state costrette, purtroppo, a terminare il secondo semestre qui, in Italia, a causa dell’emergenza sanitaria SARS-CoV-2, rientrando prima del previsto, ma riuscendo a portare a termine l’anno grazie alle lezioni online offerte dalla PUCRS.

A cosa sia servito? La speranza sicuramente è che al termine dei cinque anni di corso due lauree abbiano un peso importante, e che il fatto che una sia stata conseguita all’estero, in un paese in via di sviluppo sempre più incidente nelle politiche globali come il Brasile, dia importati vantaggi a livello lavorativo. Possiamo dire, tuttavia, che se anche si rivelasse un’esperienza inutile da questo punto di vista, ugualmente ripeteremmo ogni cosa. È un’esperienza che ti mette alla prova in modi che non avresti mai sospettato, e tira fuori da te cose che non avresti mai immaginato. Nulla insegna tanto su di sé quanto un’avventura di questo tipo; torni te stesso, ma in una nuova versione. Ed è con questa nuova consapevolezza che ti senti di scalare le montagne, sapendo che la vetta è lì per te…

Elisabetta Gherri e Sevil Chetulyan

Cinque mesi nella cosiddetta “Millor terreta del mon”

Tornai a febbraio dai cinque mesi ad Alicante, in Spagna.
Gli amici, i parenti, i colleghi di università mi riservarono tutti la stessa domanda: com’è andata in Erasmus?
Una domanda a cui io, puntualmente, non sapevo rispondere. Non ero in grado di dare una risposta non perchè non la conoscevo ma perchè, qualunque aggettivo o parola trovassi per descrivere ciò, non era adeguata. Qualsiasi parola risultava riduttiva e non riusciva ad esprimere a pieno le emozioni provate in quei mesi.
Alla fine trovai un modo di rispondere a questo quesito. La mia risposta diventò: “non si può spiegare, si può solo vivere”.
Questa è una frase che dice tutto e niente, ma che racchiude a mio parere quello che è l’erasmus: un periodo della tua vita in cui semplicemente ti senti vivo. Ogni mattina mi svegliavo e aprendo la finestra potevo ammirare il mare della costa alicantina, seguivo lezioni in uno dei campus più grandi d’europa, scoprivo ogni giorno nuovi luoghi e paesaggi.
Tutto ciò potrebbe far pensare che a rendere speciale quei mesi sia stato il luogo. Sicuramente Alicante e le sue temperature miti hanno influenzato positivamente il mio umore giornaliero. Alicante è una città di circa 300 mila abitanti sulla costa della comunità valenciana, a un’ora e mezza di distanza da Valencia e a un’ora da Murcia, soprannominata dal poeta Bretòn in valenciano “la millor terreta del mon” per la qualità della sua terra, anticamente utilizzata per pulire gli utensili da cucina, grazie alle sue  I punti di maggior interesse della città sono il famoso castello di santa Barbara -costruito nel 1200 su una piccola collina che si erge in mezzo alla città, da cui si può ammirare la costa e il bellissimo porto- le varie spiagge e il barrio antico, situato nel centro città.
A rendere speciale l’erasmus però non è la città in cui si vive.
L’erasmus è speciale di per sè. Perfezionare l’inglese e imparare una nuova lingua, instaurare amicizie con ragazzi esattamente come me provenienti da ogni parte del mondo, viaggiare, scoprire, ma anche provare un sistema universitario diverso dal mio. Tutto ciò ha reso il mio periodo di mobilità all’estero, il miglior semestre che potessi desiderare.
Tutt’ora, pensando a quei giorni, mi viene da sorridere. Mi rendo conto giornalmente di come quei mesi abbiano ampliato i miei orizzonti culturali, professionali e personali e non riesco ancora a trovare un lato negativo in questo progetto.
A tutti quelli che vorrebbero andare ma sono frenati dalle paure posso dire: è normale, anche io ho avuto le stesse identiche titubanze. Un posto nuovo, una nuova lingua, una nuova università, nuove persone, nuove abitudini. Tutto ciò può spaventare, ma dopo un iniziale periodo di ambientamento, tutto ciò scompare, lasciando il posto ad emozioni fortissime, destinate a rimanere indelebili nei ricordi e non solo.
Tutto ciò, racchiuso in poche parole: la scelta migliore che abbia preso in cinque anni di università.

Giovanni Sorrentino


 

Erasmus a Cordoba e Malta - Overworld in Brasile

L’Erasmus? Così bello che ne ho fatti tre!
Sfatiamo i luoghi comuni. L’Erasmus non è una perdita di tempo, ma un valore aggiunto.
Quando ho deciso di partire per la prima volta, l’Erasmus rappresentava per me una sfida: esami da individuare, scelta delle sedi, superamento delle selezioni e burocrazia da sbrigare. Non si trattava di scelte semplici, ma la voglia di arricchirmi sia da punto di vista personale che formativo mi spronava a portare avanti la scelta di partire.
Avevo solo 21 anni quando sono arrivata a Cordoba e non conoscevo bene la lingua. Sapevo solo di aver prenotato qualche notte in hotel, giusto il tempo di trovare casa e di dovermi recare in Università per l’espletamento degli adempimenti burocratici.
Nel giro di pochissimo mi sono ben ambientata nella bellissima città di Cordoba, dove ho trovato gente aperta, disponibile e calorosa. In Università mi accoglieva un personale competente e ben disposto ad aiutarmi nella gestione della burocrazia.
Nel corso di quell’anno mi rendevo conto di quanto bene mi stesse facendo l’Erasmus. Era come se tutto quello che facessi, dallo studio alle normalissime faccende di vita quotidiana, fosse influenzato da una ritrovata positività e da un’incredibile facilità.
Mi sono scoperta in grado di fare cose che non avrei pensato. Ho scoperto la bellezza delle altre culture, ognuna nella propria religione, nelle proprie tradizioni, nelle proprie arti.
Ho ritrovato tanti altri ragazzi europei in Erasmus come me, che insieme a me trovavano un senso di appartenenza comune al popolo europeo. Nella diversità di ognuno c’era la ricchezza degli altri.
Dalla Polonia al Portogallo, dalla Norvegia a Malta, dopo 70 anni di pace eravamo tutti insieme e condividevamo aule universitarie, esami, feste e viaggi in un continuo scambio reciproco. Chissà cosa avrebbero pensato i nostri nonni, che solo 70 anni fa si facevano la guerra. 
Ma tutte queste cose le avrei pensate solo al mio rientro in Italia.
Intanto mi concentravo sulle lezioni, la cui frequenza era ben gradita e sulla preparazione degli esami. Al mio rientro a Parma mi sono stati riconosciuti interamente sei esami (Diritto Internazionale - Pubblico e Privato -, Diritto Pubblico Comparato, Informatica giuridica, Unione Europea, e due materie opzionali), senza che fosse necessaria alcuna integrazione.
Le lezioni e gli esami si componevano di una parte teorica e di una pratica. In classe si svolgevano laboratori e risoluzione di casi pratici, per questo frequentare era quasi d’obbligo.
Delle altre due esperienze all’estero, una si è svolta fuori dai confini europei con il Programma Overworld, presso l’Università PUCRS, in Brasile, ove ho svolto parte della ricerca tesi, per un periodo di 4 mesi. Non avendo esami da sostenere non frequentavo alcuna lezione e svolgevo il lavoro di ricerca e di scrittura prevalentemente nella ricchissima e fornitissima Biblioteca dell’Università. Mi era stato affidato un professore che mi ha coordinata ed indirizzata nel lavoro di ricerca. Il tempo in Brasile è stato tanto breve quanto intenso, ma comunque sufficiente per imparare a parlare bene anche il portoghese.
Infine, il mio ultimo Erasmus ha avuto luogo nell’isola di Malta, ove, col programma Erasmus Traineeship, ho svolto un tirocinio trimestrale. L’occasione è stata utile per colmare finalmente le mie carenze in inglese ed ha rappresentato il primo approccio lavorativo dopo la laurea.
Ognuna di queste esperienze è stata oggetto dei miei successivi colloqui di lavoro e sempre sono state ben apprezzate dai miei interlocutori.
Adesso che sono trascorsi degli anni, sono certa che ripartirei per ognuna di queste mete. Da ogni esperienza sono uscita con un bagaglio personale, formativo e professionale più ricco.
Once Erasmus, always Erasmus. 
Crizia Carbotti

Università di Utrecht

Un’esperienza di studio e di vita decisiva.

Ho frequentato l’Università di Utrecht nell’anno accademico 2017/2018.  Tale scelta fu determinata tanto dal prestigio dell’università quanto dall’ampia e ben strutturata selezione di insegnamenti in lingua inglese offerti dal suo dipartimento di giurisprudenza.
Ad Utrecht ho sostenuto sei esami (Introduction to Dutch Law, Comparative Law Methodology, Comparative Constitutional Law, Legal Ethics, Foundations of EU Law, e Law & Identity), e mi sento di valutare il mio periodo di studio ivi svolto in modo decisamente positivo.

Per quanto riguarda l’aspetto accademico in senso stretto, l’Università di Utrecht si lascia apprezzare per la vocazione internazionale, la disponibilità e l’efficienza dell’organizzazione amministrativa, la funzionalità degli ambienti di studio e i metodi d’insegnamento innovativi.
In buona sostanza, l’attività universitaria coinvolge molto gli studenti: spesso i corsi prevedono la stesura di elaborati giuridici, presentazioni individuali e di gruppo, processi simulati e lezioni di stampo seminariale. Si tratta di un’impostazione che personalmente ho trovato sì impegnativa ma estremamente stimolante e la ritengo essenziale per la complessiva preparazione universitaria.
Inoltre, l’università si dimostra un ambiente assai attivo e piacevole da frequentare, con biblioteche ampie e moderne e diverse occasioni di incontro con studenti internazionali provenienti da ogni parte d’Europa e del mondo.

Per quanto riguarda, invece, la vita “extra-universitaria”, Utrecht mi ha offerto un soggiorno entusiasmante: trattasi di una città dinamica, tecnologicamente avanzata, giovane e vivace che è in grado di offire possibilità di svago e di arricchimento culturale di ogni tipo. Segnalo in particolare l’eccellente infrastruttura ciclabile che è un vanto dell’Olanda: ad Utrecht non solo si cresce accademicamente ma si diventa anche ciclisti provetti: al termine dell’Erasmus, autobus e automobili non rimarranno che un lontano e disprezzato ricordo. Da tener presente poi, la sua vicinanza alle altre principali città olandesi (Amsterdam, Rotterdam, L’Aia).

In conclusione, mi sento di consigliare vivamente Utrecht come destinazione Erasmus a chiunque intenda studiare all’estero con l’obiettivo di imparare tanto e di mettersi in gioco, senza però rinunciare allo svago e all’esplorazione personale e non solo accademica. Ritengo che Utrecht soddisfi appieno entrambe le esigenze.

Massimo Capobianco

Dall'Università Sorbona di Parigi....

Parigi e New York (Erasmus+ e Overworld)

Ho passato il primo semestre del mio quarto anno a Parigi (Université Pantheon-Sorbonne) e il secondo semestre del quinto anno a New York (Hofstra University). 
Studio giurisprudenza e spesso mi sento dire che “in Erasmus si perde tempo”. Io sorrido e penso al tempo che ho perso.
Prima penso a tutti gli esami che ho dato all'estero, ma subito rido di me stessa per la mia superficialità. Certo ho dato tanti esami, faticando a volte meno e a volte molto più che in Italia, ma sono ben altri i risultati che ho portato a casa.
Penso a quando avrò una laurea dell'Università di Parma, ma avrò studiato in tre atenei diversi. Avrò visto quali sono le risposte alle stesse domande giuridiche in ben tre paesi diversi. Avrò visto quanto in questi paesi cambi il modo di trovare le risposte. Sorpresa: non sempre il nostro sistema è il migliore, ma per accorgermene ho dovuto conoscere gli altri.
Penso a come prima di partire credessi di conoscere qualcosa della cultura francese e americana, mentre ora che sono tornata so che prima non sapevo proprio nulla e che di un paese non si sa proprio nulla finché non ci si vive. Finché non si parla con gli altri studenti, con i commessi del supermercato, con i proprietari di un bar, finché non si scende dal treno alla stazione sbagliata, finché non ci si trova a dover chiedere aiuto.
Penso al fatto che da quando sono tornata amo Parma ancora più di prima, perché sviluppare un occhio critico per la società che ci circonda non ci fa solo vedere cosa va migliorato, ma anche cosa diamo per scontato ogni giorno.
Penso a quanto poco tempo ci vuole per essere parte integrante di un luogo nuovo e chiamarlo casa. E come a volte ci si si sente più a casa là che qua, semplicemente perché uscire da un posto dopo vent'anni aiuta a capire chi siamo senza la rete di sicurezza a cui siamo abituati, chi siamo fuori dalla comfort zone, quindi chi siamo per davvero.

La Sorbona è tra le università più rinomate e antiche d'Europa. Avere l'occasione di studiare in questo ambiente prestigioso non solo fa la differenza nel curriculum, ma comporta il mettersi alla prova ogni giorno con un sistema accademico completamente diverso dal nostro.
Studiare legge in Francia significa approfondire in piccole classi (di 15 studenti) la materia che si preferisce, imparare a scrivere, commentare e criticare le decisioni giurisprudenziali e partecipare a lezioni che non sono solo “frontali”.
 

Jelena Segovic

 

... alla Hofstra Law School (Hempstead - New York-USA)

Hofstra è un'università americana privata situata a mezz'ora di treno da Manhattan. Studiare e vivere in un campus universitario è un'esperienza che in Italia è quasi impossibile vivere. Nel campus tutto gira intorno allo studente. Le biblioteche (ce n'é per tutti i gusti, dal salottino con i giornali da leggere, al tavolino isolato, al panorama del decimo piano) sono aperte 24 ore al giorno tutti i giorni. La piscina, la palestra, il teatro e il cinema sono all'interno del campus, a disposizione totale degli studenti, che sono invitati a partecipare a qualsiasi sport, corso o evento che gli interessi. Le banche dati danno accesso a qualsiasi rivista giuridica e la maggior parte dei libri sono disponibili in e-book, consultabili con un click. Un ufficio è dedicato ad aiutare gli studenti a scrivere un cv perfetto e trovare tirocini e impieghi.

Jelena Segovic

Dall’Università di Lapin Yliopisto (Lapland) ....

"Sono partita per Rovaniemi al secondo anno del mio percorso universitario senza neanche immaginare cosa mi aspettasse. Sono arrivata a inizio Gennaio 2016 nel mondo della Lapponia finlandese, quando le temperatura variava dai -30° ai -40° e le giornate erano sempre buie. I primi giorni sono stati strani, soprattutto perché non ero abituata ad un ambiente simile, senza la luce del sole per 24h. Ciononostante non ho avuto problemi, era solo un mondo per me nuovo e misterioso. È stata un’esperienza estrema nel senso positivo del termine e credo che se non avessi scelto Rovaniemi come meta per l’Erasmus, molto probabilmente avrei perso l’occasione di vedere tante cose a cui noi del “Centro Europa” non siamo abituati.
Ogni sera, o anche durante la notte, c’era la corsa per uscire ed andare a guardare le aurore boreali. Vedere un’aurora boreale, e queste luci che tra il verde e il viola danzano nel cielo come se stessero ballando, è un’emozione unica e rara che non capita spesso, anzi, direi quasi mai, nella vita. Da fine Marzo in poi, quando le giornate si iniziavano ad allungare, il paesaggio cambiava
completamente aspetto: sembrava un mondo nuovo. Da metà Maggio a fine Giugno è sempre giorno ed era incredibile guardare il sole di mezzanotte sulle rive del fiume che attraversa la città di Rovaniemi.
L’Università, Lapin Yliopisto, è una struttura abbastanza grande e moderna, caratterizzata da un’arte ed un’architettura finlandese. Oltre alla biblioteca centrale, ci sono molte aule dove gli studenti possono studiare. Il sistema accademico finlandese è abbastanza particolare, diverso rispetto al nostro. Gli esami sono scritti, e la tipologia dell’esame varia da un esame scritto a libro chiuso, agli essays o ai journals. 
Io mi sono trovata benissimo sia con i Professori (sempre molto disponibili), che con gli studenti, anche se i finlandesi sono persone abbastanza fredde e distaccate.
L’organizzazione è stata impeccabile ed io adoravo passare le giornate in università a studiare, mi sentivo come a casa.
Consiglio vivamente a tutti di trascorrere un periodo di studi a Rovaniemi perché non è un’esperienza che capita spesso nella vita.
Inoltre, al terzo anno del mio percorso universitario ho vinto la borsa di studio Overworld per andare a studiare alla Hofstra Law School (Hempstead -New York-USA), e non avevo realizzato fino a quando non sono atterrata all’aeroporto John. F. Kennedy.

Altea Di Stefano

... alla Hofstra Law School (Hempstead - New York-USA)

Hofstra Law è un’università che si trova nel cuore di Long Island, nello stato di New York, a soli 40 minuti di treno da Manhattan.
Il sistema americano è basato sul common law e gli studenti studiano i casi giurisprudenziali. Ogni materia da Contracts a Torts, da Property a Constitutional Law, è basata su casi giurisprudenziali e sul principio dello stare decisis.
Giurisprudenza è una facoltà molto importante negli States e c’è una dura selezione per poter fare il test d’ingresso. La scuola di legge dura tre anni e gli studenti fanno molta pratica già dal primo anno. Un sistema accademico completamente diverso dal nostro che a mio parere è molto efficiente; è molto più pratico che teorico.
Gli studenti già dal primo anno si esercitano in maniera pratica facendo i Mock Trials, che sarebbero delle simulazioni processuali tra più università all’interno degli Stati Uniti.
Hofstra University è un campus molto grande all’interno del quale non vi è solo il college, ma anche l’università, con una pluralità di facoltà. Inoltre dispone di tutti i servizi per gli studenti: dalle grandi biblioteche, alle sale computer, dalle piscine, palestre, e servizio mensa di ogni tipo, al residence.
Io ho vissuto nel campus e ho avuto modo di conoscere persone, che ad oggi sono amici, provenienti da ogni parte del mondo, con culture e storie diverse ma al tempo stesso interessanti.  Un’esperienza che mi ha arricchito sotto ogni profilo.
Studiare secondo il loro metodo all’inizio è stato faticoso, ma poi se c’è passione per quello che si studia, e se davvero si ama ciò che si fa, riesci ad adattarti a tutto, e a raggiungere risultati lodevoli. Durante il mio soggiorno ad Hofstra, ho scritto anche parte della mia tesi di laurea.
Oggi ho una seconda famiglia nella Grande Mela, e ho amici sparsi in giro per il mondo. Porto con me un bagaglio ricco, per la mia carriera, e per il mio futuro".

Altea Di Stefano

Erasmus + presso l'Universidade de Coimbra (Portogallo)

"Il mio Erasmus in Portogallo? Ripartirei domattina, se solo potessi.

L'Università di Coimbra, tra le più antiche al mondo, è senza dubbio una delle migliori istituzioni universitarie portoghesi. La Facoltà di Giurisprudenza, nello specifico, annovera tra i suoi docenti molti dei più importanti giuristi lusitani ed i suoi locali si trovano in una splendida sede, Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Durante la mia esperienza (circa dieci mesi), non ho avuto particolari difficoltà di carattere amministrativo. Gli studenti Erasmus sono molto seguiti da due uffici (Casa da Lusofonia e il Gabinete das Relações Internacionais della Facoltà) e possono frequentare gratuitamente corsi di lingua portoghese (A1, A2, B1, B2) offerti dall'Università. Anche grazie a questa opportunità ho potuto comprendere tranquillamente le lezioni e sostenere tutti gli esami oralmente in lingua portoghese senza grandi problemi.

Infine, Coimbra è una vera e propria città universitaria a misura di studente. Oltre che nella zona universitaria, è facile trovare giovani (provenienti anche da tutta Europa) studiare nei bar e caffetterie di tutta la città senza alcun problema (e ad ogni ora!). Infatti, la lunga tradizione accademica della città (che porta gli studenti a seguire la praxe e vestire con il tipico traje) fa sì che tutta la vita di Coimbra ruoti attorno ai ritmi dell'Università, rendendo unica e stimolante ogni attività.

È stata un'esperienza di crescita formativa enorme che mi ha consentito anche di creare solidi legami accademici e personali che durano ancora oggi."

Guglielmo Agolino

Overworld presso la Pontifícia Universidade Católica do Rio Grande do Sul (PUCRS) - Brasile

"La mia esperienza Overworld in Brasile è stata principalmente legata ad un periodo di ricerca per la tesi di laurea. Ho trovato la Pontifícia Universidade Católica do Rio Grande do Sul (PUCRS) estremamente organizzata e pronta a rispondere rapidamente a tutte le esigenze di uno studente che non proviene dall'America Latina. Il docente della Facoltà di Giurisprudenza della PUCRS che ha orientato la mia attività di ricerca è stato di grande disponibilità e punto di riferimento essenziale. La fornitissima biblioteca dell'Università è stata all'altezza delle necessità della mia ricerca. Infine, all'interno del campus universitario vi era tutto il necessario per affrontare le giornate universitarie (mensa, copisteria, libreria, bancomat, farmacia, ecc).

La borsa di studio mi ha aiutato a sostenere buona parte delle spese necessarie. Ho alloggiato in una residenza per studenti universitari a lato dell'Università, in cui vivevano anche molti studenti internazionali. Ciò ha immerso la mia esperienza all'interno di un fantastico clima internazionale dove non mi sono mai sentito da solo anche se lontanissimo dall'Italia."

Guglielmo Agolino

Erasmus + presso l'Universiteit Gent (Belgio)

"Un giorno qualunque di inizio settembre dell’anno scorso mi sono trovata per la prima volta in un aeroporto lontana da casa, sprofondata in mezzo a kg e kg di valigie e a molte paure. Con le gambe che mi tremavano e la testa piena di interrogativi come “starò facendo la cosa giusta?”, “farò fatica ad adattarmi?”, iniziava il mio Erasmus, che, come avrei capito non troppo tempo dopo, è stata la decisione migliore che potessi mai prendere.

Ritrovarsi catapultati in un paese mai visto prima, nel mio caso il Belgio, circondata da persone che non parlano la tua lingua, sommersi in responsabilità e abitudini del tutto nuove è una sensazione che non si scorda facilmente.

Quando dicono che l’Erasmus apre la mente e che ti fa rendere conto di appartenere a qualcosa di più grande della propria città e della propria università, di essere insomma un cittadino del mondo, sembrano frasi fatte ma vi assicuro che è proprio così. In poco tempo si impara a sentirsi a proprio agio ovunque si vada, a pensare e a farsi capire in una lingua straniera, e anche ad approcciarsi alla materia che si studia da tanti anni in maniera del tutto nuova, più elastica, più veloce.

L’Erasmus mi ha insegnato ad essere indipendente, mi ha fatto scoprire una nuova curiosità per il diverso, per ciò che non rientra nella nostra quotidianità. Ho imparato che a prescindere dalla nazionalità, dalla lingua, dalla cultura, abbiamo tutti la stessa voglia di scoprire, di imparare, di saperci muovere con disinvoltura ovunque andiamo.

Uscendo dalla mia comfort zone, e cioè partendo per l’Erasmus, ho imparato a chiamare casa non solo la mia città, ma un gruppo di persone, una stanza in uno studentato, un’università diversa dalla mia, e infine, l’Europa."

Stefania Aversa

Overworld presso la Mc George School of law (California)

"La mia esperienza in California, per il progetto Overworld, è stata una delle migliori mai fatte durante gli anni universitari. Grazie a questo progetto, ho avuto l'opportunità di ottenere una borsa di studio per passare un periodo in California, a Sacramento, e ricercare lì sulla legalizzazione della marijuana, un tema tanto attuale quanto avvincente. Grazie agli ottimi rapporti tra l'ateneo di Parma e la Mc George School of Law, noi studentesse abbiamo ricevuto un'ottima accoglienza dal personale dell'università ospitante e un grande aiuto nello svolgimento della ricerca. L'università, in particolare nella persona del nostro mentore, il professore Michael Vitiello, ci ha messe in contatto con molti personaggi coinvolti a vario titolo nel processo di legalizzazione della marijuana in California (giornalisti, coltivatori, addirittura uno degli avvocati che ha maggiormente contribuito alla stesura del testo della riforma) e ci ha procurato una serie di incontri e rassegne che si sono rivelate utilissime ai fini della nostra ricerca. Grazie a questo, abbiamo potuto sperimentare un tipo di studio mai fatto nell'università italiana: empirico e dinamico, con l'opportunità di confrontarci direttamente con gli addetti ai lavori e di osservare dal vivo l'impatto del fenomeno della legalizzazione sulla comunità. Il professore Vitiello, inoltre, si è rivelato una persona squisita ed estremamente disponibile, coinvolgendoci il più possibile anche in attività ricreative e permettendoci di integrarci al meglio nell'ambiente accademico, con modi molto informali e mettendoci estremamente a nostro agio. Infine, il campus della Mc George School of law, oltre ad avere una meravigliosa struttura, moderna e circondata dal verde, è pullulante di studenti che provengono da tutto il mondo. Tra loro ho stretto alcune amicizie che spero di coltivare per tutta la vita."

Martina Scocca

Modificato il

Contenuti correlati

Mobilità in uscita

Informazioni utili per la mobilità internazionale: programmi, sedi, referenti del Dipartimento, tutor, riconoscimenti esami, testimonianza di studenti.
Scopri di piùMobilità in uscita